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Iceland Traverse

2 amici, 2 differenti disabilità, 1 sogno in comune

Ogni traversata, come ogni cammino od incontro, inizia sempre con un passo. Se poi ci aggiungiamo una grande amicizia ed un sogno da voler condividere assieme, il tutto appare sotto una nuova luce e quel che prima sembrava una stravagante e folle avventura, sembra d’un tratto risultare possibile.

La traversata dell’Islanda da nord a sud, in completa autonomia: 400 km da Akureyri a Skogar, 20 giorni in totale, 17 di cammino e 3 di pausa causa maltempo. 25 km al giorno di media.

Sempre esposti agli elementi, una tenda, un filtro per l’acqua, in completa autonomia alimentare, e tutto il fabbisogno all’interno di uno zaino di circa 30 kg.

Simone Salvagnin atleta paralimpico della nazionale italiana di paraclimbing, viaggiatore, esploratore di sé stesso, come ama definirsi, è stato il primo non vedente al mondo a compiere questo tipo di traversata in autonomia ovvero senza supporto logistico.

La traversata compiuta dal 16 agosto al 4 settembre 2023 ha visto, come compagni di viaggio di Simone, Lucia Vissani Presidente di Emozionabile ETS e l’amico viaggiatore esploratore Davide Ferro.

I tre, partiti dalla costa nord, sono saliti sull’altipiano del centro dell’isola, attraversando gli oltre 200 km del deserto Spengisandur, chiamato anche “altipiano della morte” date le difficili condizioni metereologiche. Poi la connessione al famoso trekking Lauravegur, che attraversa i paesaggi vulcanici del Landmannalaugar, tra i colori di rocce gialle, verdi e marroni, impetuosi torrenti glaciali, ghiacciai e nevai, deserti di cenere, campi di lava. Si raggiungono poi gli alberi contorti di Þórsmörk, fino a raggiungere Skogar attraverso un valico tecnico, dove il ghiacciaio del Eyjafjallajökull si incontra con il ghiacciaio del Mýrdalsjökull.

20 giorni d’avventura, esposti per 24 ore al giorno a forti venti, improvvise piogge torrenziali, neve, grandine e torride giornate accompagnate da nuvole di mosche artiche, dovendo giorno per giorno trovare delle fonti d’acqua da filtrare, valutando meticolosamente il luogo dove posizionare il campo per essere protetti dai forti venti, razionando il prezioso cibo, scegliendo quotidianamente rotte e piste da seguire con un pesante zaino sulle spalle. Il tutto immersi in un ambiente che fa sentire l’essere umano piccolo e insignificante. Il progetto è stato promotore di una raccolta fondi a favore dell’associazione Emozionabile ETS, con l’obiettivo di organizzare laboratori di crescita personale, in ambiente naturale, per persone con disabilità, ispirandosi al pay off dell’associazione “l’emozione non ha confini”.