Da quando ho scoperto l’alpinismo, avevo 19 anni, mi ci sono dedicato molto. Ho seguito un approccio abbastanza classico: molte ripetizioni di vie di riferimento nell’arco alpino e le prime esperienze di apertura su terreno inesplorato.
Le vie nuove in effetti, sia su grandi pareti che sulle più modeste e sconosciute, sono sempre state di grande attrattiva per me, una fonte di avventura assicurata. Più o meno dovrei aver salito almeno cento nuove linee, in Adamello-Presanella, Dolomiti di Brenta, Valle del Sarca, Sardegna e Patagonia. Recentemente ho condensato la mia conoscenza del gruppo di Presanella in una guida alpinistica edita da Versante Sud.
Inseguendo il sogno di vivere in e di montagna nel 2013, sono diventato guida alpina ed è il mio lavoro da allora. Professionalmente tra colleghi e clienti ho avuto la fortuna di conoscere molta gente in gamba e qualche luogo “esotico”: Nepal, Perù e il massiccio di El Chaltèn, dove sono stato per dieci volte. Le giornate indimenticabili facendo la guida sono molte, la stretta di mani in cima al Cerro Torre dalla via dei Ragni e allo sperone Walker dalla Cassin in giornata sono solo quelle sulle vie più famose.
Mi considero molto fortunato, ho una bellissima famiglia, sono sposato con Chiara e abbiamo una bimba di quasi tre anni. Non a caso le cose più importanti si lasciano alla fine.