Il sogno di Nives Meroi a ottomila metri: diventare un corvo, come quelli che le volteggiavano attorno mentre con l'inseparabile Romano Benet saliva piano contando i passi. Ad un tratto, però, è cominciata la corsa: una gara al femminile agli antipodi del suo modo di andare in montagna. Perché a Nives, più che il risultato, è sempre interessata l'esperienza, l'esplorazione di se stessi in contesti diversi. Amante dell'inverno, l'ha voluto vivere fino in fondo sia sulle Alpi Giulie (prima invernale del Pilastro Piussi del Piccolo Mangart di Coritenza, 1987) sia in Nepal (tentativo al Makalu, 2008). E alla ricerca del nuovo, del mai visto, si è cimentata anche sui versanti settentrionali del K2 e del Gasherbrum II. Perché «il gusto della scoperta non è un piacere ormai perduto»: basta girare l'angolo per «vedere l'altra faccia, quella nascosta e dimenticata della montagna».
Tra le imprese di e Nives e Romano Benet, il notevole tentativo fino a quota 8450 sul versante settentrionale del K2 (1994), la salita di tre Ottomila (Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak) nel giro di venti giorni (2003) e il successo sul K2 (2006).
Il 12 maggio 2016 hanno raggiunto la cima del Makalu, e l'11 maggio 2017 a un anno di distanza sono in vetta all'Annapurna, completando la "collezione" e diventando la prima coppia ad aver salito tutti gli ottomila.
Nives Meroi
